Il Pd ricorre al Tar in merito alle ultime elezioni comunali a Roma anche se l’esito del riconteggio dei voti di preferenza “non cambierebbe l’esito delle urne”.
“Dalle anomalie riscontrate risulta possibile una diversa ripartizione degli eletti: al Pd spetterebbe un seggio in più”. ha dichiarato il presidente e commissario dei dem a Roma Matteo Orfini.
“Ci sono sono state irregolarità e incongruenze in 36 sezioni, chiediamo il riconteggio delle schede”, spiegano i dem. Il ricorso è stato presentato lo scorso 27 luglio al Tar contro Roma Capitale e il sindaco Raggi. “Si ha motivo di ritenere che le operazioni di scrutinio siano state eseguite in modo non corretto e non conforme alla legge”, denunciano, e “i risultati elettorali presentano delle incongruenze e delle anomalie che inficiano la loro stessa attendibilità”.
Nello specifico, nel ricorso sta scritto che “sulla base del conteggio delle schede e dei voti in esse espressi sono state irregolarmente individuate le cifre elettorali delle coalizioni, delle singole liste e dei singoli candidati al consiglio comunale, con conseguente altrettanto irregolare determinazione dei quozienti per l’assegnazione del numero dei consiglieri a ciascuna lista o a ciascun gruppo di liste collegate”.
La richiesta di riconteggio delle schede, sottolineano sempre dal Pd, “non cambierebbe l’esito dell’elezione del sindaco, ma solo la ripartizione dei seggi tra i banchi dell’opposizione, dando, se il ricorso venisse accolto, un seggio in più ai dem”.