A meno di un giorno dall’inizio di Rio 2016, il caso di doping che ha coinvolto lo judoka sammarinese Karim Gharbi si tinge di giallo.
L’atleta (categoria 100 kg) era risultato positivo ad un controllo antidoping per un metabolita degli steroidi anabolizzanti (il Turinabol) e per questo era stato sospeso in via cautelativa.
Nel pomeriggio di mercoledì Gharbi, nel corso di una conferenza stampa, aveva annunciato che le controanalisi avevano dato esito negativo, permettendo così il reinserimento tra gli atleti dei Giochi Olimpici del sammarinese.
La federazione internazionale ha però accertato che la riammissione era dovuta solo ad un’errata interpretazione del risultato delle analisi da parte della stessa federazione.
Il Cons (Comitato olimpico nazionale sammarinese) attraverso una nota ha chiarito la situazione, smentendo di fatto la negatività delle controanalisi: ”A seguito di un’errata comunicazione da parte della Federazione Internazionale Judo circa la non negatività dell’atleta Karim Gharbi, l’organizzazione dei Giochi Olimpici di Rio ha mantenuto l’eleggibilità del judoka sammarinese, invitando il Capo Missione a reinserirlo nella delegazione. L’atleta è stato prontamente informato degli sviluppi. Le successive verifiche effettuate con il Nado San Marino e la stessa Federazione Internazionale hanno permesso di evidenziare la non congruità delle comunicazioni trasmesse. Nelle prossime ore la Federazione Internazionale Judo si pronuncerà in via ufficiale sulla esclusione del judoka sammarinese”. Poi la decisione.