Buone notizie per il Sud che “riparte con vitalità imprese ed export record”. Ad affermarlo, i dati del centro studi Srm e Confindustria. C’è “un potenziale di crescita enorme”, ci sono comunque “elementi di incertezza” e adesso bisogna investire. Per la prima volta dal 2008 nel secondo trimestre 2016 è cresciuto il numero delle imprese, “oltre 10mila in più, +0,6%”: una “grande vitalità imprenditoriale” spinta da giovani e start up innovative.
“La fotografia del Mezzogiorno all’inizio del 2016” di Confindustria e del centro studi Srm (Intesa Sanpaolo) è “quella di una area che torna lentamente alla crescita, in cui i segnali positivi, peraltro ancora insufficienti a colmare in tempi brevi i divari che si sono aperti con la crisi, si affiancano ad elementi di incertezza più o meno significativi”. Il terreno perduto tra il 2007 ed il 2014 “è davvero molto ampio”.
Secondo il rapporto, “ancora una volta è decisivo il ruolo che può essere svolto dai fondi strutturali” e “il tempo resta la variabile chiave. Sebbene velate di incertezza, le prospettive economiche restano timidamente positive: se il Sud ne sa approfittare, può trainare la ripartenza dell’intero Paese”.
Secondo il rapporto, il numero delle imprese sale di 10mila a 1,7 milioni mentre calano le esportazioni in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna e crescono in Abruzzo, Molise e Basilicata”.
Sul fronte del lavoro “migliora il tasso di occupazione, salito di 0,6 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2015, con oltre 50mila occupati in più, ma la crescita degli occupati a tempo indeterminato sembra frenare nei primi mesi del 2016, anche a causa della riduzione dell’effetto degli sgravi contributivi. Le assunzioni agevolate nei primi cinque mesi si sono ridotte di circa il 57%.
Resta molto elevata, invece, la disoccupazione (superiore al 20%), soprattutto quella giovanile (53,9%) che Confindustria non esita a definire “drammatica”, e quella femminile (22,2%).
“Segnali chiaramente positivi” arrivano dal turismo.