La Guardia di Finanza ha arrestato l’ex ad di Veneto Banca, Vincenzo Consoli e poi messo ai domiciliari. I reati contestati sono aggiotaggio ed ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza. Il periodo al centro dell’indagine è il 2013/2014.
I finanzieri hanno compiuto anche numerose perquisizioni oltre ad un sequestro preventivo per decine di milioni di euro nei confronti di persone legate alla stessa banca veneta. Ci sono altri 14 indagati.
Sequestrato un immobile sempre di Consoli del valore di 1,8 milioni di euro. I provvedimenti, eseguiti da un centinaio di finanzieri, sono stati emessi dalla procura di Roma.
L’indagine, secondo le Fiamme Gialle, avrebbe fatto luce su diverse condotte di ostacolo ai danni di Bankitalia e Consob; vengono contestate una serie di operazioni, chiamate tecnicamente ‘baciate’, grazie alle quali era la stessa banca a finanziare clienti importanti purché questi acquistassero azioni dello stesso istituto di credito. In alcuni casi questo sarebbe avvenuto, in base agli accertamenti degli investigatori, anche attraverso l”arruolamento’ di investitori compiacenti, disponibili a intestarsi temporaneamente ingenti quote di obbligazioni subordinate, sollevando la banca dall’onere di detrarne il controvalore dal patrimonio di vigilanza, come invece prescritto dalla Banca d’Italia. Anche in questi casi si trattava, in pratica, di veri e propri ‘parcheggi’ temporanei di titoli che in realtà rientravano nella titolarità dell’emittente, ovvero Veneto Banca.