Anche l’orgasmo femminile ha subito un cambiamento molto piacevole durante l’evoluzione. Infatti in origine era sviluppato nei mammiferi più primitivi per stimolare l’ovulazione in presenza del maschio, successivamente avrebbe invece perso questa funzione portando ad un rimodellamento dell’anatomia dei genitali femminili. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Università di Yale e del Cincinnati Children’s Hospital che hanno pubblicato il loro studio sulla rivista Jez-Molecular and Developmental Evolution.
Il suo gruppo di ricerca ha scavato le origini evolutive dell’orgasmo femminile, un vero e proprio rebus che ha tormentato studiosi per decenni, mettendo a confronto più specie di mammiferi: sebbene l’orgasmo femminile si manifesti diversamente nei vari animali, in tutte le specie (inclusa quella umana) è caratterizzato dall’aumento della produzione di due ormoni, la prolattina e l’ossitocina. In alcune specie di mammifero, questo riflesso neuro-endocrino si sarebbe sviluppato per favorire l’ovulazione delle femmine indotta dalla presenza del maschio.
Più tardi nel corso dell’evoluzione, il passaggio dell’ovulazione da meccanismo indotto a meccanismo ciclico e spontaneo ha indotto un rimodellamento anatomico che ha spostato il clitoride dalla sua posizione primitiva ad una più nascosta, rendendone più difficile la stimolazione durante il rapporto.