Nella notte tra il 28 e il 29 luglio 2016, Hillary Clinton ha ufficialmente accettato la nomination alla Casa Bianca in rappresentanza del partito democratico.
Nella serata del Wells Fargo Center di Philadelphia, la candidata presidente ha fatto il proprio discorso di accettazione della candidatura, dopo essere stata presentata dalla figlia, Chelsea: “A novembre voto per una donna che ha passato tutta la sua vita a lavorare per i bambini e le famiglie. Una donna progressista che proteggerà il nostro Paese: il mio modello”.
Poi il discorso della Clinton e la sfida lanciata a Donald Trump, il candidato del partito repubblicano: “Accetto questa nomination con umiltà e fiducia. Siamo ancora una volta davanti alla resa dei conti. Potenti forze minacciano di allontanarci. Siamo più forti quando siamo uniti e io sarò il presidente di tutti: non credete a chi vi dice che questo paese è debole, non credete a chi vi dice che risolverà tutto da solo”.
Hillary sottolinea le differenze con il proprio rivale: “Nessuno della mia famiglia ha il proprio nome su grandi palazzi (il riferimento è alla Trump tower, ndr.). La mia famiglia è di un tipo diverso di costruttori, così come lo sono tante famiglie americane. Trump dice che vuole fare di nuovo grande l’America. Bene, potrebbe cominciare a fare davvero delle cose in America, e non all’estero”.
La risposta di Donald Trump non si è fatta attendere: “Il suo discorso è pieno di cliché; non ha nemmeno il coraggio di citare la minaccia dell’islam radicale. La corruzione e la devastazione la seguono ovunque vada: non riuscirà mai a riformare Wall Street”.