Il governo della Turchia ha deciso di estendere per ulteriori 30 giorni lo stato di arresto per tutti i soggetti accusati di aver cospirato contro il presidente Erdogan e detenuti a vario titolo dopo il tentato golpe nel paese e la proclamazione dello stato di emergenza per almeno i prossimi 3 mesi.
Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e conferma inoltre lo scioglimento di migliaia di strutture e istituzioni, compresi gli istituti di istruzione (oltre 1000 scuole, 1200 istituzioni onlus, 35 ospedali e istituzioni sanitarie, 19 sindacati e 15 università), considerati legati all’imam in esilio Fethullah Gulen: chiunque sia ritenuto legato a lui sarà estromesso dalle graduatorie del settore pubblico.
Nei giorni scorsi erano stati anche revocati i permessi di trasmissione e divulgazione a decine di agenzie e testate turche (alcune delle quali, anche in questo caso, legate a Fethullah Gulen). Tra gli arrestati vi è anche un congiunto di Gulen, il nipote Muhammet Sait Gulen, fermato a Erzurum, nel nord-est del Paese, con l’accusa di essere “a capo di una rete di scuole e di istituti per la preparazione degli esami in Turchia”.
Il ministro per gli Affari europei, Omer Celik si è addirittura spinto a dire: “Gulen è più pericoloso di Osama Bin Laden”.
Al contrario sempre nella giornata di oggi, viene annunciata la scarcerazione di 1200 soldati semplici (su oltre 10 mila arrestati) accusati di essere parte del golpe, ma ora ritenuto estranei. Il procuratore capo Harun Kodalak ha affermato: “Non hanno sparato sulla folla e non sapevano in anticipo dei piani golpisti”.