Con 120 voti favorevoli, 130 contrari e 8 astenuti l’Aula del Senato, con voto a scrutinio segreto, ha negato alla magistratura la possibilità di ascoltare le intercettazioni telefoniche tra Silvio Berlusconi e le cosiddette “olgettine”.
Nel merito della questione, il materiale raccolto dalle intercettazioni sarebbe dovuto entrate nel processo Ruby Ter, quello in cui Berlusconi è accusato di corruzione di testimone. Le intercettazioni, risalenti all’anno 2012, conterrebbero alcuni dialoghi tra l’ex cavaliere e due delle ragazze coinvolte nel processo. Era stata la giunta per le immunità parlamentari a richiedere la delibera che è stata negata oggi col voto in Aula.
Negli attimi immediatamente successivi alla votazione è scoppiata la polemica con un reciproco scambio di accuse tra Pd e M5s. Vista la bagarre in Aula, il presidente del Senato Pietro Grasso è stato costretto a sospendere la seduta.
“Rispetto alla votazione nell’Aula del Senato – dichiara il capogruppo del Pd Luigi Zanda – sono certo che il mio gruppo ha votato compattamente a favore della decisione della Giunta di concedere all’autorità giudiziaria l’uso delle intercettazioni di Silvio Berlusconi. Sono molto meno certo che, nel voto segreto, ci sia stato lo stesso comportamento da parte di gruppi che pur avevano espresso, nel dibattito d’Aula, la stessa posizione. Siamo di fronte ad un episodio analogo a quello del 1993 quando la Lega salvò Bettino Craxi”.
Non è meno duro l’attacco dei 5 stelle: “Il Pd con il voto segreto salva Berlusconi e prova a puntellare la sua sempre più scricchiolante maggioranza – denuncia il capogruppo M5S Senato Stefano Lucidi -. Un modo subdolo, dando la colpa ad altri come già accaduto in altre occasioni, giocato sulla pelle della Giustizia, per provare ad assicurarsi anche un comportamento benevolo da parte dei berlusconiani e del loro potente sistema mediatico nel referendum costituzionale. Il patto del Nazareno è risorto”.