Maxi operazione contro la ‘ndrangheta. La polizia e la Dia hanno arrestato quasi quaranta persone in Calabria, Lazio, Liguria, Piemonte e in altre regioni del Nord Italia.
Le persone fermate, nel corso dell’operazione denominata ‘Alchemia’, sono tutte ritenute affiliate alle cosche reggine Raso-Gullace-Albanese e Parrello-Gagliostro. Sono state effettuate anche decine di perquisizioni e sequestri di beni.
L’ELENCO DEI NOMI DEGLI ARRESTATI
Nell’indagine risulta indagato il vicepresidente del Consiglio della Regione Calabria Francesco D’Agostino, eletto nel 2014 con la lista “Oliviero presidente”. Nei confronti di D’Agostino è stato ipotizzato il reato di intestazione fittizia di beni, aggravata dall’avere agevolato l’organizzazione mafiosa. Le forze dell’ordine hanno perquisito la casa e l’ufficio. Accusato anche il senatore di Gal, Antonio Caridi, raggiunto da nuove accuse. Per lui, i magistrati reggini hanno già chiesto l’arresto qualche giorno fa al Senato, perché coinvolto nell’operazione che ha svelato la cupola massonico-mafiosa che governa la ‘ndrangheta.
Vasta operazione #antimafia appartenenti cosche reggine #ndrangheta piú di 40 arresti e perquisizioni in piú regioni pic.twitter.com/WzFePDI2rM
— Polizia di Stato (@poliziadistato) 19 luglio 2016
Dall’inchiesta è emerso che politici e funzionari dell’agenzia delle entrate erano in contatto con alcuni dei soggetti coinvolti nelle indagini di polizia e Dia sulle cosche della ‘ndrangheta operanti nel Nord Italia.
Alcuni degli arrestati erano in contatto con “politici locali, regionali e nazionali di Reggio Calabria” e con “funzionari dell’agenzia delle entrate e della commissione tributaria” sempre della provincia di Reggio.
Le cosche della ‘ndrangheta avevano messo le mani su alcuni sub appalti per la realizzazione delle linee ferroviarie ad alta velocità. Secondo gli inquirenti c’erano “stabili collegamenti” con le famiglie di origine di esponenti dell’organizzazione da tempo in Liguria, attivi nell’edilizia e nel movimento terra, che avrebbero acquisito sub appalti per la realizzazione del “Terzo valico“.
Dalle indagini è emerso anche il grande interesse degli appartenenti alle cosche in diversi settori “strategici”, quali il movimento terra, l’edilizia, l’import-export di prodotti alimentari, la gestione di sale giochi e di piattaforme di scommesse on line, la lavorazione dei marmi, autotrasporti, smaltimento e trasporto di rifiuti speciali, con l’individuazione di società intestate a prestanome.
Sono stati anche documentati consistenti investimenti all’estero nel settore immobiliare mediante una serie di operazioni realizzate in costa Azzurra, nelle Canarie ed in Brasile, attraverso il riciclaggio di capitali di provenienza illecita e la contestuale acquisizione di disponibilità finanziarie in quei Paesi in forza di rapporti instaurati con fiduciari locali.
Sono stati sequestrati beni per un ammontare di circa 40 milioni di euro. L’ELENCO