Erdogan
Sale ancora la tensione fra Ankara e Washington. Come ha riferito la Bbc, il ministro del Lavoro turco ha ipotizzato apertamente che gli Usa siano dietro il fallito golpe della notte fra venerdì e sabato, mentre il segretario di Stato, John Kerry ha negato tutto mettendo in guardia la Turchia da quelle che ha chiamato “pubbliche insinuazioni”. I sospetti sugli Usa – ha detto Kerry – “sono totalmente falsi e danneggiano” i rapporti.
“L’appartenenza della Turchia alla Nato potrebbe essere a rischio”: questo – secondo quanto riporta il Washington Post. Stessa considerazione da parte della Germania. Il portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel, Steffen Seibert ha dichiarato che la Germania è “categoricamente contro la pena di morte. Un Paese che la pratica non può essere membro della Ue”, ha spiegato definendo “preoccupanti” le affermazioni del presidente Erdogan sulla possibilità della reintroduzione della pena capitale.
“L’Unione europea – ha puntualizzato il portavoce della Merkel – è una comunità di valori; una comunità che ha deciso che la pena di morte sia al di fuori dei suoi valori. La reintroduzione della pena capitale in Turchia, pertanto, determinerebbe di conseguenza la fine dei negoziati di adesione“, ha concluso Seibert.
Il premier turco Binali Yildirim ha replicato: “Gli autori del golpe dovranno “rendere contro di ogni goccia di sangue versato, nel rispetto del diritto”. Yildirim non ha comunque escluso una reintroduzione della pena di morte.
E in serata sull’argomento è tornato a far sentire la propria voce proprio Erdogan. Il presidente turco in una intervista alla Cnn fa sapere che reintrodurrà la pena di morte se il Parlamento la varerà.
L’ex capo dell’Aviazione turca, il generale Akin Ozturk, sospettato di essere il leader dei golpisti entrati in azione venerdì, avrebbe confessato di aver agito “con l’intenzione di mettere in atto il colpo di Stato”. L’uomo, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa turca Anadolu, durante un interrogatorio avrebbe ammesso di aver preso parte alla pianificazione del golpe fallito.