E’ fallito il colpo di Stato in Turchia. Decine di migliaia di persone sono scese per le strade, sollecitate dall’appello del Presidente Erdogan e avrebbero spinto i soldati infedeli a ritirarsi. Tutto questo dopo ore di caos nel Paese in cui ci sono stati scontri a fuoco, esplosioni e decine di morti e feriti (LA CRONACA DEGLI AVVENIMENTI)
Già tre volte in passato (tutte nel XX secolo) erano avvenuti dei colpo di stato in Turchia da parte dell’esercito: questa è la prima volta che l’operazione di golpe fallisce. >IL QUADRO POLITICO TURCO
Il bilancio fornito dal primo ministro turco è di 265 morti (almeno 161 civili, 104 i golpisti uccisi), di cui la gran parte localizzati nella capitale Ankara e Istanbul; oltre 2800 sono invece al momento le persone arrestate, sospettate di fare parte delle forze golpiste; 1440 sarebbero le persone ferite.
Decine di golpisti starebbero però tentando la fuga all’estero: 8 avrebbero già chiesto asilo politico in Grecia (raggiunta in elicottero), mentre la Turchia ha ordinato alle frontiere di intensificare i controlli.
Il massimo organismo turco di controllo dei magistrati e procuratori ha sollevato dall’incarico 2.745 giudici in tutto il Paese e arrestato ben 9. La decisione è stata presa in una riunione di emergenza dell’Alto consiglio di giudici e procuratori. I giudici sono sospettati di avere collegamenti col religioso musulmano Gulen che vive in Usa ed è stato accusato di aver ispirato il fallito golpe.
Il giudice della Corte costituzionale turca Alparslan Altan è stato arrestato nell’ambito del giro di vite del governo contro i sospetti sostenitori dell’imam e magnate Fethullah Gulen.
Le parole del primo ministro Yildirim: “Quella appena trascorsa è stata una notte buia del nostro Paese, ma alla fine la democrazia ha vinto. Il 16 luglio diventerà in Turchia il giorno della festa della democrazia. Gli autori e coloro che hanno tentato di screditare la Turchia nel mondo saranno puniti severamente (non si esclude la reintroduzione della pena di morte): la situazione è ora largamente sotto controllo”.
Molti dei soldati golpisti (sotto la guida dell’ufficiale Muharrem Kose – rimosso a marzo dallo Stato maggiore turco e il generale) si sono arresi, ritirandosi dalle postazioni sul Bosforo, alcuni hanno cercato di difendere la sede della Cnn turca e della tv di stato (bloccate per ore ma tornate adesso alle trasmissioni) ed il palazzo presidenziale di Ankara dalla riconquista delle forze governative (un elicottero delle forze golpiste sarebbe stato abbattuto).
L’esercito fedele al governo e al presidente Erdogan ha ripreso anche il controllo dell’aeroporto Ataturk, ma il traffico aereo sullo scalo non è ancora ripreso. Sarebbero circa 60 i nostri connazionali bloccati in aeroporto. Nessun italiano risulta essere ferito.
A far fallire il colpo di stato avrebbero contribuito una serie di fattori: il numero esiguo di unità operative nell’operazione, il ruolo ambiguo di Aviazione e Marina, ma soprattutto la mancata riuscita nella cattura del presidente Erdogan, che si pensava inizialmente in fuga (a cui si aggiunge la condanna delle autorità internazionali e il sostegno al governo democraticamente eletto).
Contestualmente il capo delle forze armate, Hulusi Akar, sarebbe stato liberato dallo stato di sequestro. Gli scontri, nonostante l’annuncio del presidente Erdogan intorno alle 3 del mattino, sono proseguiti fino all’alba, poi la resa. Nel pomeriggio è in programma una seduta straordinaria del Parlamento.
Queste le parole di Erdogan alla folla radunata di fronte l’aeroporto di Istanbul, al rientro in Turchia dopo ore di attesa sorvolando l’Europa: “Hanno organizzato un attentato all’unità, alla solidarietà e alla sovranità nazionale. Un tentativo di rovesciare lo Stato e la volontà popolare. Io non scappo, non vado da nessun parte. Coloro che lo hanno pianificato pagheranno duramente. Non lasciate le piazze finchè non sarà tutto finito: la democrazia andrà avanti”.
(FOTO DA TWITTER)