Dopo i violenti scontri in Sud Sudan costati la vita ad oltre 200 persone, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato all’unanimità una dichiarazione in cui si chiede l’immediata cessazione delle violenze. L’Onu ha anche chiesto che nel travagliato Paese africano siano inviati più caschi blu condannando poi ogni attacco contro i siti dell’Onu.
Nella dichiarazione il Consiglio condanna “nel modo più forte” i combattimenti ed esprime “shock e indignazione” per gli attacchi alle strutture Onu. In dichiarazioni alla Bbc, il portavoce del vicepresidente Riek Machar ha detto che il Sud Sudan è “tornato alla guerra” accusando le forze armate fedeli al presidente Salva Kiir di aver attaccato le sue posizioni nella capitale Juba.
Gli scontri erano iniziati due giorni fa, In occasione del quinto anniversario della nascita del Paese, il più giovane del mondo, nei pressi del palazzo presidenziale dove Machar e Kiir preparavano un comunicato comune su altri incidenti avvenuti il giorno precedente.
Intanto si apprende che almeno un casco blu dell’Onu di nazionalità cinese è rimasto ucciso ieri sera per un colpo di mortaio contro una base delle Nazioni Unite, che ne ha feriti gravemente almeno altri tre. Lo riportano vari media, fra cui il cinese South China Morning Post, citando il ministero degli esteri di Pechino.