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Omicidio studente americano, fermato un 41enne |Il presunto assassino: un uomo senza fissa dimora

È stata fermata una persona nella notte a Roma in merito al ritrovamento del cadavere dello studente 19enne americano scomparso lo scorso 30 giugno. In manette non un compagno di studi del 19enne, come era sembrato in un primo momento bensì un romano, senza fissa dimora, di 41 anni, Massimo Galioto. Il fermo del pm sarà sottoposto alla convalida del gip. Sulla vicenda indagano gli agenti della Squadra mobile e del Commissariato Trevi. Beau e il suo assassino avrebbero litigato. Potrebbe essere stato il furto del portafoglio della vittima a scatenare la rissa degenerata nell’omicidio.

“Abbiamo visto un uomo che ha gettato una persona nel Tevere”: due testimoni avrebbero visto la terribile scena in cui una persona nella notte tra il 30 giugno e il 1° luglio ha gettato nel fiume all’altezza di Ponte Garibaldi quello che molto probabilmente era Beau Solomon. I testimoni, due italiani, hanno subito dato l’allarme la notte stessa.

Sulla vicenda indaga la polizia e la magistratura per omicidio. Il ragazzo che era a Roma per frequentare un corso estivo della John Cabot University e per il riconoscimento del cadavere si aspetta l’arrivo dei genitori, che sono stati ricevuti da papa Francesco in Vaticano: “Sentimenti della più viva partecipazione e compassione, e la sua vicinanza nella preghiera al Signore per il giovane così tragicamente scomparso”.

Ha una vistosa ferita alla testa e la camicia bianca intrisa di sangue. La salma del ragazzo è stata presa in consegna dalla polizia mortuaria e portata all’obitorio della Sapienza per l’autopsia e anche il riconoscimento da parte dei parenti.

Si era detto che aveva lasciato un pub e non si era più visto. Si valuta anche l’ipotesi che il ragazzo posa essere stato vittima di una rapina: gli sono stati presi portafogli e telefonino e risultano acquisti effettuati con la sua carta di credito a Milano. Alcuni testimoni lo avrebbero visto ubriaco e barcollante prima della rapina.

Quando era un bambino ha dovuto combattere contro una rara forma di cancro, affrontando una serie innumerevole di trattamenti di chemioterapia e interventi chirurgici. Una storia che aveva fatto il giro degli States, proprio per il coraggio con cui Beau aveva affrontato la malattia.

Denise Marfia

Il giornalismo è passione rimasta intatta dopo oltre 16 anni di lavoro. 'Nata' giornalisticamente in TV, ho collaborato con diversi quotidiani e radio. Ho curato uffici stampa della pubblica amministrazione e di enti. Lavoro presso l'Istituto Superiore di Giornalismo. Settore di competenza: cronaca nera, politica e sportiva.

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