Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è intervenuto alla direzione del PD (in corso in Via Palermo a Roma), trattando vari temi, su tutti il referendum costituzionale, la legge elettorale e il recente attentato a Dacca, in cui sono morti 9 nostri connazionali.
In apertura, Renzi ha lanciato un messaggio al proprio partito: “Pronto ad ascoltare le vostre, vi offro alcune mie considerazioni. Litigano tutti nei partiti, ma altri nel chiuso delle stanze. Noi valorizziamo solo ciò che ci divide. Questa direzione sia prima di tutto un’occasione di dialogo dopo amministrative che non sono andate bene, dopo la Brexit, dopo la più grande strage di civili italiani all’estero”.
Sul tema referendum, Renzi è fermo: “É un passaggio cruciale, non per i destini di qualcuno ma per il futuro della credibilità della classe politica italiana e richiamo tutti alla responsabilità di questo passaggio importante. Perché l’Italia sia forte e credibile serve stabilità, ma non immobilismo; servono riforme che abbiano un’anima”.
Sulle vittime di Dacca, il presidente del consiglio afferma: “Non c’è tregua, piangiamo le vittime di Dacca. Ma non c’è solo Dacca nella settimana. E non ci sono solo i numeri. Ci sono volti, persone, storie: non è possibile non accogliere su di noi le lacrime delle loro famiglie. Dobbiamo avere la forza di non abituarci all’orrore”.
Il presidente del Consiglio difende inoltre le scelte del governo sul tema banche: “Noi i risparmi li salviamo nonostante le regole Ue che in passato hanno favorito altri Paesi e non noi. Sono ingiustificate le polemiche fatte. Salvare i correntisti non significa fare gli interessi delle lobby”.
E sul tema della Brexit afferma: “L’Ue può scrivere una pagina nuova: così com’è non va, bisogna riaffermare i valori che l’hanno resa grande. Chiedevamo e abbiamo ottenuto una flessibilità rispetto al Fiscal Compact a cui l’Ue si era legata. Ma da sola la flessibilità non basta, bisogna indicare un progetto chiaro. L’Italia faccia sentire la sua voce“.
Critico nei confronti del premier arrivano da Pierluigi Bersani, che ha affermato: “La separazione fra gli incarichi non è un dibattito lunare. Non è la soluzione a tutti i problemi, ma di certo ne è una premessa. Anche Renzi era d’accordo quando si candidò contro di me”. E sulla legge elettorale: “Se non si cambia rotta, il rischio è che il Pd vada a sbattere”.