Il ministro dell’Interno del Bangladesh, Asaduzzaman Khan, ha riferito alla stampa che secondo le fonti del governo del Paese, l’attentato di Dacca non sarebbe stato compiuto dall’Isis.
Nonostante la rivendicazione fatta dallo Stato islamico, il governo del Bangladesh nega tale legame e afferma: “I jihadisti erano membri di Jamaeytul Mujahedeen Bangladesh” (un gruppo jihadista locale bandito e ricercato da almeno un decennio).
Il governo del Bangladesh nega dunque la presenza dello Stato islamico nel paese e aggiunge: “Si tratta di giovani uomini che hanno studiato e frequentato l’università. Nessuno di loro veniva da una madrassa”. La stessa versione è stata pronunciata dall’Ispettore generale della polizia del Bangladesh, AKM Shahidul Hoque, al Daily Star.
Gli autori della strage sarebbero dunque bengalesi benestanti, ragazzi tra i 21 e i 27 anni (3 di loro sotto i 22 anni come confermato dal ministro), forse istruiti dall’Isis (su tutti viene citato dai media il c.d. “canadese”). Secondo, però, un altro funzionario del governo (che è voluto rimanere anonimo), dietro l’attentato potrebbe addirittura nascondersi l’Isi pakistana.
Il governo del Bangladesh ha poi annunciato 2 giorni di lutto nazionale, in memoria delle 20 vittime tutti stranieri del commando armato che ha fatto irruzione nel locale di Dacca: 9 di loro sono italiani, 7 i giapponesi (2 donne e 5 uomini, come confermato nella notte di sabato dal capo di Gabinetto Yoshihide Suga).
Sul fronte diplomatico, l’ambasciatore Mario Palma riferisce alla Farnesina di un clima teso tra Bangladesh e governo italiano, seccato per la decisione (comunicata all’Italia, ma non condivisa) di effettuare il blitz all’interno del locale luogo della strage.
Le polemiche, però sono state smorzate dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in un’intervista a Sky tg 24: “Lo abbiamo visto, era un commando pronto a tutto. Abbiamo seguito in diretta ogni momento. Loro sono entrati lì per uccidere”. Poi aggiunge: “Lo spazio di territorio occupato dal cosiddetto Stato islamico è ridotto. Useremo il pugno di ferro con chi pensa di portare da noi quei valori, una strategia basata su odio e terrore”
A Dacca si è recato, invece, il volo di stato del Ministero degli Esteri, per recuperare le salme dei nostri connazionali: il loro rientro a Ciampino (alla presenza del Capo dello Stato, che ha interrotto il proprio viaggio di Stato) avverrà tra mercoledì e giovedì.