Mentre la torcia olimpica attraversava la città di Maracaju, nel Mato Grosso del Sud, Marcelino Mateus Silva Proença, un giovane di 27 anni, assisteva al passaggio in mezzo alla gente assiepata lungo le strade della città. Quando la torcia gli è passata davanti, ha cercato di spegnerla con una secchiata d’acqua. Il gavettone ha mancato il simbolo olimpico, ma non il tedoforo che ha continuato la sua corsa. Il giovane è stato arrestato e non è chiaro se la sua sia stata una bravata o un gesto di protesta. Dopo il rilascio, ha postato sulla sua pagina Facebook l’immagine di un tedoforo con questo commento: ”Ho la torcia, ma non ho istruzione, salute, sicurezza e qualità di vita”.
Solo un episodio, ma i sentimenti del popolo brasiliano per questa festa dello sport sono nel corso degli anni virati dall’entusiasmo iniziale ad una crescente perplessità; è il declino del Brasile, sotto la pressione della crisi economica internazionale, la maggiore preoccupazione della gente. Una frenata iniziata nel 2012, quando l’orgoglio per l’assegnazione dei Giochi del 2016 si univa a quello di far parte del BRIC, il club dei paesi che si avvicinavano a passi da gigante ai livelli di vita del mondo occidentale.
I giochi di Rio inizieranno tra poco più di un mese, in un momento molto delicato. Il Brasile sta attraversando una crisi politica senza precedenti nella sua storia democratica: il Presidente Dilma Rousseff è stata sospesa, perché ha trasgredito alcune regole nella presentazione del bilancio statale; mentre il Brasile è retto dal suo vice Temer, le procedure per confermare o meno l’impeachment sono ancora in corso. Il paese è stato colpito da una grave recessione causata dal crollo del prezzo del petrolio e la sua moneta, il Riaes, ha perso metà del suo valore negli ultimi cinque anni. Asse portante dell’economia del paese, la società petrolifera Petrobras era nel 2011 l’azienda petrolifera con la maggiore capitalizzazione in borsa al mondo; ad oggi ha perso l’80% del suo valore ed è stata sconvolta da uno scandalo di tangenti e corruzione, svelato dall’inchiesta “Autoavaggio”; oltre che i vertici dell’azienda, sono stati numerosi gli esponenti politici coinvolti.
Il virus Zika, trasmesso da una zanzara “killer”, causa gravi malformazioni alla nascita e si è diffuso in Brasile dall’anno scorso; il sito del CDC, agenzia americana per il controllo e la prevenzione delle malattie, mantiene un livello di allerta 2 sui viaggi in terra brasiliana, sconsigliando la permanenza a donne incinte.
Questi problemi hanno costituito un vero e proprio percorso ad ostacoli per il Comitato Organizzatore e nuove preoccupazioni continuano a metterlo a dura prova, sul fronte finanziario e della Sicurezza. Ecco alcune notizie più recenti. Il Governatore dello Stato di Rio, responsabile per la sicurezza ed il completamento delle nuove linee di trasporto metropolitano, ha lanciato un grido di allarme all’amministrazione centrale: mancano i soldi per pagare la polizia (non ricevono gli straordinari da 6 mesi) e per finire i lavori, il cui completamento era previsto 4 giorni prima dell’inizio dei Giochi. Le vendite di biglietti, che stentavano a decollare, hanno quasi raggiunto i cinque milioni all’inizio di giugno. Sono ancora oltre due milioni i biglietti invenduti. L’intelligence brasiliana ha intensificato i contatti internazionali e le misure di prevenzione per un eventuale sbarco del terrorismo islamico in sud America; i giochi olimpici sono una vetrina globale di richiamo troppo largo per sottovalutare la possibilità di un attentato.
Ma la criminalità locale rimane comunque il problema numero uno per le forze dell’ordine e si teme un incremento in un periodo di grande affluenza turistica. La settimana scorsa membri della delegazione australiana ai giochi paralimpici sono stati minacciati con armi da fuoco e derubati. Uno degli ospedali raccomandati per i turisti è stato assaltato da uomini armati, che hanno fatto fuggire un presunto trafficante di droga.