L’11 luglio del 1982, l’Italia si aggiudicò (in modo inatteso quanto meritato) il campionato mondiale, il “Mundial” spagnolo: gli uomini di Bearzot demolirono la Germania Ovest in finale, 3 a 1, al Santiago Bernabeu di Madrid, sotto gli occhi esultanti del presidente della Repubblica Sandro Pertini.
La vittoria riuscì a rivitalizzare un ambiente ancora scosso dalla bufera calcioscommesse del 1980, che aveva coinvolto, tra gli altri, l’attaccante azzurro, Paolo Rossi. Passarono alla storia anche le dichiarazioni dell’allora presidente federale Matarrese, che avrebbe voluto “prendere a calci gli azzurri” dopo i 3 deludenti pareggi, maturati nella prima fase a gruppi contro Polonia, Perù e Camerun, che valsero una risicata qualificazione grazie alla miglior differenza reti.
Di tutt’altro spessore, invece, la prova degli azzurri nella seconda fase del Mundial, in un girone da 3, con Argentina e Brasile, dove soltanto la prima classificata avrebbe ottenuto il pass per le semifinali: gli azzurri stupirono tutti e, grazie alla doppia vittoria (3-2 al Brasile e 2-1 contro l’Argentina), volarono al turno successivo, eliminando due delle pretendenti al titolo.
Le due squadre arrivano alla finale in momenti di forma differenti: la Germania aveva eliminato, soffrendo, la Francia ai rigori; l’Italia aveva steso la Polonia (2-0) grazie alla doppietta di “Pablito” Rossi, che vinse il titolo di capocannoniere del torneo con 6 realizzazioni.
La finale dell’11 luglio fu un successo collettivo, ma soprattutto un capolavoro di Enzo Bearzot, c.t. dell’Italia, che al posto dell’infortunato Antognoni decise di buttare nella mischia, al suo posto, non un centrocampista bensì Bergomi, un terzino di appena 18 anni e con esperienza internazionale praticamente nulla. E per di più dopo pochi minuti di finale si fece male Graziani, sostituito da Altobelli. Nemmeno il rigore sbagliato da Cabrini nel primo tempo scalfì le certezze azzurre.
Fu ancora una volta Rossi, con il sesto gol del suo torneo, a sbloccare la partita al 56′ minuto con un colpo di testa dall’interno dell’area piccola, dopo il cross dalla destra di Gentile. 12 minuti dopo Tardelli segna il 2-0 con il sinistro in scivolata dal limite dell’area, la rete più rivista del calcio italiano, seguita da quella corsa pazza a perdifiato verso metà campo, agitando i pugni contro il petto, con le lacrime che gli bagnavano il viso e urlando a ripetizione “Gol!”, passata alla storia come l’immagine-simbolo del calcio italiano, nonché, a livello mondiale, tra le maggiori icone sportive di sempre.
Poi arriva il sigillo di Altobelli, che sfruttò al migliore dei modi un magistrale contropiede condotto da Bruno Conti, scatenando la gioia del presidente della Repubblica, Pertini, che, inquadrato in tribuna, gridò a squarciagola: “Adesso non ci prendono più!”. Inutile, il gol della bandiera firmato all’83’ da Breitner.
Scaduti i minuti di recupero, l’arbitro brasiliano Coelho intercetta la palla e la solleva con entrambe le mani, sigillando il termine di una partita magistrale. A quel punto, lo storico triplice grido del telecronista Nando Martellini: “Campioni del mondo!”
Questa è, insieme alla corsa di Tardelli, l’immagine simbolo di quel mondiale vinto dall’Italia, la partita di scopone più famosa della storia italiana: sulla sinistra il duo Zoff-Causio (i vincitori), sulla destra la coppia Bearzot-Pertini. Una scena epica e surreale, con la coppa del mondo che brilla sul tavolino dell’aereo di linea DC9, atterrato poi a Malpensa.
Questo il tabellino di Italia-Germania 3-1:
Marcatori: 56′ Rossi (I), 69′ Tardelli (I), 80′ Altobelli (I), 83′ Breitner (G)
ITALIA: Zoff; Bergomi, Cabrini, Gentile, Collovati; Scirea, Conti, Tardelli, Oriali; Rossi, Graziani ((8’ Altobelli, 89’ Causio). All.: Bearzot.
GERMANIA: Schumacher; Forster, Briegel, Kaltz, Forster, Stielike, Littbarski, Dremmler (61’ Hrubesch), Fischer, Breitner, Rummenigge (69’ H. Müller). All.: Derwall.