La campagna per la leadership Tory si apre nel segno di una parziale convergenza: Michael Gove e Theresa May, i due principali candidati, hanno infatti affermato che l’attivazione formale dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona per attuare la c.d. Brexit non è in programma prima del 2017.
L’attuale ministro della Giustizia britannico, Gove, ha detto: “Garantirò che onoreremo le indicazioni che il popolo britannico ci ha dato. Nella campagna per il referendum ho sostenuto cambiamenti specifici, credo in essi e li realizzerò. Le promesse di lasciare l’Unione europea con il mio impegno saranno rispettate”.
Durante la presentazione della propria candidatura, Gove ha inoltre escluso la possibilità di elezioni anticipate, quindi non prima del 2020, ma ha si è differenziato dalla propria avversaria sui temi dell’immigrazione: “Metterò fine alla libera circolazione degli immigrati e introdurrò un sistema di punti all’australiana per ridurne i numeri”
Il presidente della commissione Ue, Juncker, ribadisce invece la propria posizione sul tema Brexit: “Non ci saranno negoziati prima della notifica ed invitiamo le autorità britanniche a rendere chiare le loro intenzioni. Non abbiamo tempo da perdere. Non possiamo aggiungere altra incertezza”.