Istanbul è scossa dall’attentato terroristico che ha colpito l’aeroporto Ataturk, il più grande della città e della Turchia. Ad agire sono stati almeno tre terroristi kamikaze (coadiuvati da altri 4 soggetti – 3 fuggiti, un altro sarebbe stato arrestato).
Il bilancio ufficiale, fornito dal primo ministro turco Binali Yildirim: i morti sono 41 (1e dei quali sarebbero stranieri), 239 le persone ferite (alcuni dei quali in gravi condizioni). L’ipotesi di un attentato compiuto dallo stato islamico è stata ribadita e si indaga per trovare conferme, mentre dopo l’autopsia è stata certificato che gli attentatori non sono cittadini turchi.
Le vittime identificate sarebbero 37: 23 sarebbero di nazionalità turca, 14 gli stranieri (provenienti dal medio oriente o dall’est Europa). La Farnesina sta verificando, la presenza di italiani tra i feriti e le vittime, ma secondo il consolato in Turchia non ci sarebbero nostri connazionali tra i morti.
Nonostante le indicazioni della prima ora, l’aeroporto è stato riaperto parzialmente al traffico alle ore 2.20 del mattino, a dispetto dell’ordine di chiusura iniziale (annunciato fino alle ore 20 di oggi e poi annullato). Alle 20 circa l’aeroporto è tornato pienamente operativo.
La prima esplosione è stata udita alle ore 22 locali (le 21 italiane). Dopo pochi minuti è stato chiaro si trattasse di un attentato terroristico.
L’attentato kamikaze, avvenuto tra la zona check-in e l’area arrivi internazionali, è stato poi confermato all’agenzia Reuters dalla polizia turca: i due sospetti (poi si è scoperto che erano tre) si sarebbero fatti esplodere prima di passare ai controlli ai raggi X, reagendo al fuoco delle forze di sicurezza dello scalo e sparando anche sulla folla.
I primi bilanci parlavano già di almeno 28 vittime (dato inizialmente confermato dal Ministro della Giustizia turco Bekir Bozdag) e (secondo l’agenzia Anadolu) almeno 60 sarebbero i feriti (di cui 6 gravi) a seguito delle esplosioni (con evidenti danni alla struttura in corrispondenza delle stesse). Molti dei passeggeri in transito erano ancora nello scalo e hanno abbandonato la struttura in preda al panico.