Il partito laburista ha votato a larga la maggioranza la sfiducia al leader del partito Jeremy Corbyn, diventato il principale bersaglio delle critiche dopo il fallimento ella campagna del “Remain” in occasione del referendum su Brexit. La sfiducia è stata votata da 172 parlamentari, 40 i contrari, 4 gli astenuti.
Corbyn, però, ha ribadito la propria intenzione di non lasciare la guida del partito e passa al contrattacco, proprio in ragione della votazione di oggi (in quanto non vincolante e che va approvato dal partito). “Questa votazione non ha alcuna legittimità costituzionale. Sono il leader del nostro partito eletto democraticamente, con il 60% dei voti dei membri del labour e dei sostenitori; non li tradirò dimettendomi”.
In vista ci sarebbe un summit tra Tom Watson, vice leader del partito, e Angela Eagle, ormai ex ministro ombra per le Attività produttive (in contrasto con Corbyn), al fine di discutere le prossime mosse per puntare alla guida del partito, in attesa delle dimissioni dello stesso Corbyn.
Situazione tesa anche nel partito conservatore, dove entro giovedì saranno presentate le candidature per la nuova leadership a seguito delle dimissioni di Cameron. I duellanti dovrebbero essere Boris Johnson (sostenitore del Leave) e Theresa May, ministro dell’Interno di Cameron e sostenitrice del Remain. L’annuncio del nuovo leader conservatore arriverà il 9 settembre prossimo.