“Due morti e 5 feriti in uno stesso giorno, per due episodi di violenza distinti, consumatisi nei sobborghi di Palermo. Questo è un bilancio di sangue pesantissimo, che deve fare riflettere” lo dichiara Igor Gelarda Segretario Provinciale del Sindacato di Polizia Consap.
“Non si tratta di crimini di mafia, almeno sicuramente in uno dei due casi – continua. Ma di violenza diffusa,eccessivamente diffusa, in una città in cerca di equilibrio”.
“Ricordiamo che Palermo è la terza città italiana per numero di omicidi e tentati omicidi dopo Napoli e Bari, almeno nel passato. Alla luce di quanto sta accadendo adesso, temiamo – continua Gelarda – che possa guadagnare posti in questa speciale classifica negativa. In questo ultimo periodo è evidente un pericoloso aumento della criminalità in città, con particolare riguardo ai crimini violenti. Non soltanto omicidi e rapine, ma anche scippi e rapine in appartamento. Basti pensare al tentato omicidio di aprile a Ballarò del giovane Gambiano e al tentato omicidio ad opera di un cittadino egiziano, sempre nel centro di Palermo, di qualche giorno fa. O ancora o al duplice omicidio di Falsomiele a marzo scorso. La polizia fa il suo dovere, ma certamente ha pochi mezzi e una scarsa attenzione da parte di chi dovrebbe garantire la sicurezza a livello centrale. E poi c’è una domanda che si fanno un tutti i comuni mortali: se davvero chi delinque resti a scontare il suo debito con la società e venga “neutralizzato” per non compiere più crimini in futuro. Basti pensare a quanto successo oggi: l’uomo che oggi pomeriggio ha sparato a Borgo Nuovo, uccidendo il suo vicino, aveva una 7,65 ed aveva avuto già problemi con la giustizia per il possesso di armi, come leggiamo dai giornali. E ora ha ucciso un uomo ferendone un altro”.
“Smettiamola di prenderci in giro. Palermo è una città insicura e pericolosa – ammette. Ed è violenta, altro che eccitante. E chi fa il poliziotto o il carabiniere lo sa perfettamente per tutto quello che vede o deve affrontare ogni giorno, invece chi ci amministra sembra non rendersene conto. Vogliamo giustizia e vogliamo sicurezza, nei fatti e non nelle parole” conclude.