Da Yerevan a Tzitzernakaberd, la “collina delle rondini”: per Papa Francesco la visita in Armenia prosegue in uno dei luoghi più significativi del genocidio. Al Memoriale dedicato alla memoria dei massacri della popolazione armena sotto l’impero ottomano del 1915, il Papa e il Catholicos sono stati accolti dal Presidente.
Il Santo Padre ha deposto una corona di fiori all’esterno del Monumento. Davanti alla Fiamma perenne è stato recitato il Padre Nostro e sono state proclamate due letture, quindi la preghiera di intercessione. Successivamente il Papa, il Catholicos e il Presidente armeno si sono trasferiti quindi sulla terrazza del Museo del Memoriale.
“Qui prego, col dolore nel cuore, – ha scritto il Papa sul Libro d’Onore – perché mai più vi siano tragedie come questa, perché l’umanità non dimentichi e sappia vincere con il bene il male; Dio conceda all’amato popolo armeno e al mondo intero pace e consolazione”.
Il Papa ha poi pregato affinché “Dio custodisca la memoria del popolo armeno“. “La memoria non va annacquata né dimenticata; la memoria è fonte di pace e di futuro”. Dal Mausoleo il Papa quindi si è recato all’aeroporto di Yerevan per trasferirsi a Gyumri.
Il Papa ha poi aggiunto: “Questo immane e folle sterminio, questo tragico mistero di iniquità che il vostro popolo ha provato nella sua carne, rimane impresso nella memoria e brucia nel cuore. Voglio ribadire che le vostre sofferenze ci appartengono: ricordarle non è solo opportuno, è doveroso, affinché siano un monito in ogni tempo”.