Brexit, la scelta dell’UK che spaventa l’Europa | Renzi, Merkel e Hollande fanno fronte comune

di Redazione

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Brexit, la scelta dell’UK che spaventa l’Europa | Renzi, Merkel e Hollande fanno fronte comune

| venerdì 24 Giugno 2016 - 13:53

L’effetto dirompente della “Brexit” votata dal 52% degli elettori britannici si è già manifestato su più fronti. Se le Borse (eccezion fatta per quella di Londra) fanno registrare crolli rovinosi, non va meglio ai governi europeisti che adesso devono fare i conti con le spinte interne euroscettiche ed eurofobiche.

La prima testa caduta nel cesto è quella di Cameron, accusato dal suo partito e da molti osservatori di aver sbagliato completamente strategia e di avere definitivamente compromesso l’unita del Regno Unito se è vero che Scozia e Iranda del Nord adesso chiedono a gran voce di indire un referendum per ottenere l’indipendenza e la riammissione in Europa. Le sue dimissioni sono apparse inevitabili dopo le dichiarazioni vittoriose del leader dell’Ukip Nigel Farage.

Sul fronte tedesco la preoccupazione è condensata nelle parole della Merkel che ha definito la Brexit un “taglio netto, un colpo all’Europa e al processo di integrazione europea. Il mondo è in una fase di scompiglio: in Europa oggi sentiamo gli effetti di guerre costate la vita a tantissime persone, guerre che hanno costretto tante persone a lasciare i loro Paesi”.

“La Ue è variegata, dobbiamo assicurare che i cittadini sentano che la loro vita possa migliorare con essa. La Ue è un garante per la pace, il benessere e la stabilità. Le sfide di oggi sono troppo grandi per farcela da soli. Insieme possiamo affermarci nella competizione globale”, ha aggiunto.

Lo stesso Hollande non ha nascosto le sue preoccupazioni definendo il voto britannico come un “test impegnativo” per l’Europa. Il presidente francese ha parlato di “scelta dolorosa, l’Europa non può più fare come prima e si deve concentrare sull’essenziale. È in gioco la dissoluzione dell’Europa o la riaffermazione della sua esistenza al prezzo di profondi cambiamenti”.

“Se voglio dare un nome all’europa voglio chiamarla casa. L’Europa è casa nostra. È la casa dei nostri figli e dei nostri nipoti. È una casa che ha bisogno di essere ristrutturata, rinfrescata, ma è la casa del nostro domani“, ha detto il premier Matteo Renzi dopo un vertice d’urgenza del governo.

Insomma, l’Europa prova a tenere botta nonostante le dichiarazioni “belligeranti” dei movimenti nazionalisti, in primis quelli di Francia, Italia e Olanda, che promettono nuovi referendum. Il presidente del Parlamento Ue Schulz, promette unità: “I negoziati per gestire l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea cominceranno presto, il rapporto tra Ue e Uk è stato sempre ambiguo“.

“Il Regno Unito ha deciso di andare per la propria strada, penso che i dati economici questa mattina mostrino che sarà una strada molto difficile”. Un timore confermato dai mercati visto che ad essere in ginocchio è principalmente il settore creditizio europeo e quello dei titoli di Stato.

Francoforte perde il 7%,  Londra il 5% e Parigi l’8%. Tokyo ha chiuso con un preoccupante 7,92% tanto da attivare il dispositivo che inibisce le funzioni di immissione e modifica degli ordini. Lo spread si è ampliato fino a 150 punti con il decennale italiano che rende quasi dell’1,5%. Il futuro è ancora incerto, ma il presente è già un grosso, decisivo, banco di prova per l’Europa che sarà.

 

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