Nicolò Girgenti, di 55 anni, proprietario della coltivazione di canapa indiana, è stato arrestato per l’omicidio del maresciallo Mirarchi. L’uomo è stato fermato dopo le analisi dei tabulati telefoni, delle immagini delle telecamere di videosorveglianza e dell’esame che ha permesso di rilevare tracce di polvere da sparo.
Silvio Mirarchi insieme ad un collega della compagnia Carabinieri di Marsala stava perlustrando un fondo agricolo di Contrada Vintrischi, intorno alle 21.30, quando ha sentito dei rumori, provenienti da alcune serre poco distanti. Quando i due si sono avvicinati e hanno intimato l’alt alle persone che hanno visto, hanno ricevuto una serie di proiettili.
L’attività investigativa ha permesso d’individuare Francesco D’arrigo, come responsabile della coltivazione dello stupefacente. Girgenti fino al mese di marzo è stato il gestore delle serre e presidente di una società cooperativa a cui le stesse erano state concesse in affitto. Ma questo incarico è stato dato poi a D’Arrigo.
Dalle indagini è emerso che nonostante il presunto omicida avesse dichiarato di essere rimasto a casa tutta la sera e di essersi addormentato intorno alle 22, è stato dimostrato che era sveglio e soprattutto che la sua utenza telefonica agganciava la cella compatibile con il luogo dell’omicidio. La sua autovettura, inoltre, è stata ripresa transitare da due telecamere a circuito chiuso lungo la possibile via di fuga dal luogo dell’omicidio, proprio nei minuti successivi al fatto.
Nicolò Girgenti è stato sottoposto allo Stub, ovvero il tampone utile per la rilevazione di tracce da sparo, che ha dato esito positivo. L’uomo era il socio di D’Arrigo ma infedele perchè approfittava dell’assenza del partinicese nelle ore serali e notturne, rubando insieme a dei complici delle piante di marijuana.
Le attività investigative continuano incessantemente per assicurare alla giustizia anche gli altri complici coinvolti nell’efferato omicidio.