Bufera sul Cara di Mineo, centro di accoglienza dei migranti in provincia di Catania. La polizia ha infatti eseguito perquisizioni e sequestri notificando avvisi di garanzia a sei indagati dalla Procura di Caltagirone per una presunta truffa da un milione di euro nella contabilità sulle presenze di migranti.
Le indagini della squadra mobile e del commissariato sono state avviate su risultanze dell’inchiesta Mafia Capitale, ma non riguarda il filone principale sulla gara complessiva, ritenuta illegittima dal presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, di cui è titolare la Procura di Catania.
L’inchiesta ipotizza, a vario titolo, i reati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ai danni dello Stato e dell’Unione Europea. Al centro delle indagini la contabilità relativa alle presenze giornaliere dei migranti ospiti.
Queste irregolarità erano finalizzate alla liquidazione delle somme spettanti al cosiddetto ‘ente gestore’: secondo la Procura di Caltagirone sarebbero stati rendicontati e corrisposti, dal 2012 al 2015, importi superiori a quelli dovuti, per un ammontare di circa un milione di euro.
Gli agenti della squadra mobile di Catania e stanno procedendo nei confronti dei sei indagati in diverse regioni. Il provvedimento deriva dagli esiti delle indagini attivate dalla polizia su un filone del procedimento ‘Mafia Capitale’ della Procura di Roma sulla gara d’appalto, indetta il 24 maggio del 2014, per la gestione triennale dei servizi del Cara di Mineo.