Ammonta a oltre 43 milioni di euro il valore complessivo dei beni sequestrati dai finanzieri di Roma al gruppo facente capo a Sergio Anderlucci, “leader” nei traffici di droga. Sigilli a 18 aziende tra società di persone e di capitali, immobili, auto/motoveicoli e numerosi rapporti finanziari.
Secondo le indagini patrimoniali, l’organizzazione, attingendo a risorse finanziarie provenienti principalmente dallo spaccio di stupefacenti, ha costituito una serie di società, in prevalenza con sede ad Albano Laziale (Roma) e operanti in svariati settori economici.
Alcune di queste società sarebbero state poi utilizzate per commettere ulteriori illeciti di natura penale tributaria. Contestualmente alla confisca di beni, sono state notificate cinque misure di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza nei confronti di altrettante persone, tre delle quali sono state sottoposte anche all’obbligo di soggiorno.
Secondo quanto emerso dalle indagini, “il ‘sistema’ architettato dal gruppo prevedeva di mettere in liquidazione, di volta in volta, una delle cooperative, in modo che i contratti attribuiti a tale soggetto giuridico, in fase di estinzione, venissero trasferiti ad un nuovo soggetto giuridico.
L’intero meccanismo permetteva al gruppo di non versare (come in effetti non ha mai versato) imposte allo Stato. Gli accertamenti patrimoniali che hanno riguardato 122 entità tra persone fisiche e giuridiche, hanno permesso di ricostruire una fitta rete degli interessi commerciali di investimenti, localizzati sempre nell’area dei Castelli Romani.
Le costruzioni edili erano una delle principali attività del gruppo Anderlucci che era riuscito ad introdursi negli appalti degli enti locali. Una delle aziende oggetto di sequestro, nel luglio 2014, aveva realizzato un complesso destinato ad ospitare una scuola materna ed un asilo nido e aveva avuto accesso, tra l’altro, a contributi del Fondo Sociale Europeo.