Un piano sulla flessibilità in uscita è stato presentato dal governo ai sindacati. La bozza di accordo dovrebbe prevedere un prestito pensionistico per chi lascia il lavoro prima dell’età di vecchiaia da restituire con rate fino a 20 anni con gli interessi.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini ha assicurato che non si tratta di una penalizzazione ma solo di una “rata di ammortamento“.
La volontà è quella di garantire l’anticipo finanziario della pensione netta per gli anni che mancano alla pensione di vecchiaia. Prevista anche una copertura assicurativa e una detrazione fiscale sulla parte del capitale anticipato “per alcuni soggetti più deboli e meritevoli di tutela”.
L’Inps sarà il front-office dell’anticipo pensionistico, creando il rapporto con gli enti finanziari che erogheranno l’anticipo netto della pensione ai lavoratori che certificheranno la richiesta di pensionamento anticipato.
“La rata del prestito pensionistico per chi dovesse anticipare volontariamente l’uscita dal lavoro di 3 anni rispetto all’età di vecchiaia potrebbe arrivare al 15% della pensione per i vent’anni nei quali si ripaga il prestito”.
Nannicini ha poi dichiarato che “naturalmente la penalizzazione sulla pensione sarà molto più bassa per chi ha perso il lavoro”.