Il Bundestag, il parlamento federale della Germania, ha votato a netta maggioranza una risoluzione simbolica che definisce genocidio e dunque riconosce il massacro degli armeni, perpetrato dell’Impero Ottomano durante la prima guerra mondiale.
La risoluzione riconosce anche le responsabilità della Germania, in qualità di alleato dell’Impero Ottomano: i massacri iniziarono nell’aprile 1915 e il bilancio fu di un milione e mezzo di morti.
Reazioni critiche sono giunte immediatamente dalla Turchia (idealmente erede dell’Impero Ottomano e che ha sempre l’ipotesi del genocidio), che tramite il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu ha definito la risoluzione “una decisione irresponsabile e senza alcuna base; un errore storico su un atto nullo e mai avvenuto”; la Turchia ha già richiamato, inoltre, il proprio ambasciatore in Germania, mentre Erdogan ha annunciato “conseguenze nelle relazioni fra due paesi”.
Già in passato paesi come Francia, Grecia, Svezia, Olanda e Russia hanno riconosciuto il genocidio armeno e in ogni occasione la Turchia non ha esitato a mostrare le proprie perplessità; non si escludono dunque tensioni o ritorsioni diplomatiche, in un momento molto delicato soprattutto per la gestione dei flussi migratori diretti verso l’Europa.