Procede senza grosse tensioni lo sgombero forzoso dei migranti in corso a Ventimiglia. Polizia, carabinieri e Guardia di finanza stanno mettendo su un bus alcune decine di migranti accampati da giorni in rispetto dell’ordinanza di sgombero emessa venerdì scorso dal sindaco Enrico Ioculano per motivi di igiene e sicurezza pubblica.
Molti dei migranti avevano nella notte lasciato volontariamente la zona. Il primo intervento è stato eseguito tra le tende montate sulla spiaggia alla foce del fiume Roja, quindi gli agenti si sono spostati verso la stazione per cercare altri migranti che nel corso della notte si erano sparpagliati in varie zone della città.
Decine gli uomini impegnati nel servizio, con una quindicina di mezzi. Alcuni “No borders” hanno gridato “vergogna”. Il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta, si era detto disposto ad accogliere le tende in un terreno del seminario chiedendo alla Croce rossa di pensare a pasti e assistenza e alla Protezione civile di allestire i servizi igienici.
Ma circa 70 immigrati potranno rimanere sul territorio come ospiti della parrocchia. Lo ha assicurato padre Francesco Marcoaldi, frate della congregazione Figli di Maria Immacolata e parroco a Ventimiglia dopo la disponibilità in merito espresso dal vescovo, monsignor Francesco Suetta.
Quest’ultimo ha lanciato un appello anche agli altri parroci della diocesi “affinché seguano l’esempio di padre Francesco e aprano le porte delle loro parrocchie ai migranti”. Il vescovo di Ventimiglia, che in queste ore è in trattative con la Prefettura di Imperia per realizzare una tendopoli nel parcheggio del seminario a Bordighera, precisa infatti che “non sarà una soluzione immediata e nel frattempo c’è bisogno di trovare una sistemazione, per questo chiedo ai sacerdoti di aprire le parrocchie”.
Intanto è intervenuto duramente sull’argomento il premier Matteo Renzi: “Salviamo più vite umane possibili, sapendo che non c’è nessuna invasione, i numeri sono sempre gli stessi, più o meno. Quello che un po’ stride e talvolta mi sembra meschino – continua Renzi – è l’atteggiamento di chi grida e urla. Di chi usa sui media, e non solo, parole come collasso, emergenza, invasione”.
Infine il premier torna a ribadire l’impegno del paese sul tema dei migranti: “Il nostro modello di gestione dell’emergenza, a differenza di altri Paesi, non ha situazioni di disagio come i campi di Idomeni o di Calais. L’Italia c’è, con i suoi valori e con la sua forza. Aspettando che anche il resto dell’Europa si renda conto fino in fondo dell’importanza politica e umana di questa sfida”.