Il 63enne accusato di stalking per aver insultato e minacciato una coppia omosessuale residente nel suo stesso condominio, è stato condannato a un anno di carcere e a 5 mila euro di provvisionale. Una pena più lunga di quella ipotizzata dal pm, Cesare Parodi, che aveva chiesto 8 mesi di reclusione per l’imputato.
La vicenda aveva avuto luogo a Torino, in un condominio del quartiere San Donato, dove la maggior parte degli inquilini si erano schierati contro una coppia gay accusata di troppe effusioni pubbliche. La coppia infatti, era stata costretta a lasciare l’abitazione e il pm, nel corso della requisitoria, ha ribadito che “i condomini volevano mandarli via con le buone o le cattive”.
“Io sono un capro espiatorio, mi sono soltanto difeso. Hanno preso a calci la mia porta. Nel frattempo sono arrivate le offese su facebook ai miei figli. È tutta una favola, non posso ancora credere che sia stato possibile accusarmi di queste cose. La mia parola contro la loro, io non sono omofobo e ho anche amici gay”, ha detto l’imputato dopo la lettura della sentenza.
Il condomino ha poi concluso: “Ciascuno è libero di fare quello che vuole. Loro hanno dato della puttana a mia moglie e io gli ho intimato di smetterla. Non me ne frega nulla degli anni di carcere qui è stata messa alla gogna la mia famiglia e a me interessa solo la sua tranquillità”.