Fabrizio Miccoli ha partecipato all’udienza presso il Tribunale di Palermo, che vede coinvolti Mauro Lauricella e Gioacchino Alioto. L’ex attaccante rosanero ha risposto alle domande del pubblico ministero Maurizio Bonaccorso e sarà risentito in udienza il 30 giugno prossimo.
Miccoli, accusato di concorso in estorsione e di avere avuto contatti con i due indagati, ha respinto tale ipotesi: “Non ho dato nessun incarico a Lauricella: si è interessato solo per amicizia”; il riferimento è al presunto recupero di una somma di 20 mila euro dal titolare di una discoteca effetuato da Lauricella.
Miccoli aggiunge: “Mi era stato detto che c’era questo problema della discoteca, lui li conosceva tutti, ma non sapevo che suo padre fosse mafioso: l’ho saputo dopo che ci siamo conosciuti al campo di Boccadifalco. Io con Mauro parlavo di uscite, ristoranti, c’era un’amicizia sincera. Nulla di più”. Durante il dibattimento è giunta anche qualche risposta stizzita che ha suscitato il malumore e un ammonimento da parte del presidente del Tribunale, Bruno Fasciana.
All’uscita dall’aula, Miccoli non ha rilasciato dichiarazioni se non una breve battuta sulla permanenza del palermo in serie A: “Sono contento per l’allenatore e per i tifosi”.