Ogni anno in Italia si registrano quattromila casi di sieropositività, e per la maggior parte riguardano i giovani compresi fra i 25 e i 29 anni. L’allarme è stato lanciato dagli specialisti alla vigilia dell’ottava edizione di Icar (Italian conference of Aids and antiviral research), in programma a Milano dal 6 all’8 giugno. In particolar modo emergono nuovi casi ogni due ore: Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Liguria le regioni più colpite.
Il dato più preoccupante è che, nel 25% dei casi, le persone infette non sanno di esserlo. L’inconsapevolezza della malattia rappresenta, quindi, uno scoglio che sembra difficile da superare: una diagnosi precoce è infatti fondamentale per poter accedere prontamente alle cure (ricordiamo che si tratta di una malattia curabile ma non guaribile).
Snocciolando i dati forniti dal Centro operativo Aids dell’Istituto superiore di Sanità, emergono alcuni dati significvativi: il 37% degli italiani non si è mai sottoposto al test dell’HIV, il 5% delle persone infette non lo rivela al proprio partner, il 40% non lo dice ai familiari e ben il 74% lo nasconde nei contesti lavorativi.
“Intendiamo coordinare le diverse realtà scientifiche impegnate nell’assistenza, ricerca e sperimentazione clinica in tema di infezioni virali” – ha detto Antonio Chirianni, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, aggiungendo che “la conferenza Icar è basata sui contributi originali della ricerca italiana e aperta a contributi internazionali del settore”.