Dopo il sì di ieri alle unioni civili, è ancora polemica in Italia. Michela Marzano, deputata e docente alla Sorbona, lascia il gruppo del Pd. Ufficializza il suo addio attraverso una lettera a Ettore Rosato, pubblicata su ‘Repubblica.it’ e rilanciata dalla parlamentare nella sua pagina Facebook.
Aver eliminato dalla legge sulle unioni civili ogni riferimento a famiglia e la stepchild adoption “rappresentano un vulnus per me difficile non solo da accettare, ma anche da giustificare pubblicamente” ha scritto la Marzano.
“Sui temi dei diritti e dell’etica ho sempre detto e difeso gli stessi valori e gli stessi principi – ha scritto-. E non me la sento, oggi, di non essere coerente con me stessa e con le mie battaglie per opportunità politica. Lo so che, sulla unioni civili, non si poteva forse fare diversamente e considero che sia importante per l’Italia avere finalmente una norma che garantisca e protegga le persone omosessuali. Aver però eliminato ogni riferimento a ‘famiglia’ e ‘familiare’ – parlando delle unioni civili come una semplice ‘specifica formazione sociale’ – e aver stralciato la ‘stepchild adoption’ rappresentano un vulnus per me difficile non solo da accettare, ma anche da giustificare pubblicamente”.
Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, rispondendo ad una domanda sull’impatto delle nuove norme della legge sulle unioni civili in merito alla reversibilità delle pensioni per le coppie gay “è un impatto sui conti, ed è inevitabile che ci sia, ma è nell’ordine di qualche centinaio di milioni di euro ed è quindi sostenibile”.
“C’è sicuramente un aggravio dei costi per il sistema, ma non dell’entità che è stata paventata”. “Abbiamo fornito – ha spiegato il presidente dell’Inps – alcuni elementi di valutazione alla commissione parlamentare ed i costi non si sono rivelati così elevati. Sono sostenibili. Ci siamo infatti allineati – ha concluso – all’esperienza tedesca, perché la legislazione tedesca era simile a quella italiana”.