Il comico su La7, nella copertina del 10 maggio, ironizza sulla nomina di Calenda a capo del Mise: “Abbiamo verificato che non abbia fidanzate alla Tamoil? Grandissimo Calenda, come ministro sarà senz’altro bravo. Ha fatto l’attore da piccolo, nella serie Cuore. Pensa Giova, faceva piangere l’Italia da piccolo figurati adesso che è grande. C’è una cosa che è fastidiosa: mi dà fastidio che Calenda abbia giurato al Quirinale: per par condicio, dato che Renzi ti ha nominato da Fazio, vai a giurare a Canale 5”.
Con Luigi Di Maio in studio commenta i fatti di Livorno: «Alla Grande. Ho visto i sondaggi, ho visto che lei ha agganciato Renzi come popolarità. Che foste a un passo dal Pd lo si capiva già da un po’: ma non dai sondaggi, dalle indagini. Siete diventati grandi, non siete più vergini”. “Abuso d’ufficio, falso in bilancio e concorso in bancarotta fraudolenta. Per 9 mesi, s’è dato da fare. Nogarin – ha continuato il comico – ha detto ‘Governando ci si sporca le mani’. Come slogan era meglio ‘uno vale uno’. Di Battista ha detto “vediamo le carte”, sono le stesse parole usate da Montezemolo per Panama Papers”.