Nessuna sorpresa alla Camera sul ddl unioni civili: il governo ha infatti deciso di porre la questione di fiducia sul voto in programma domani alle 14.30. Ad annunciarlo è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi scatenando le ire della Lega Nord e dei Conservatori e riformisti che hanno urlato all’esecutivo: “Chi vi credete di essere?“.

“La presidenza deve tutelare le opposizioni. Questo provvedimento è di iniziativa parlamentare, riguarda i diritti civili e mettono lo stesso la fiducia”, ha detto Maurizio Bianconi dei Conservatori. “Questo governo intende il Parlamento come uno zerbino”, ha poi protestato Alfonso Bonafede di M5s.

Palmieri alza il tiro: “Quello che è successo è una cosa che va oltre tutto quello che abbiamo visto nella storia della Repubblica. Eravamo solo in quattro iscritti, per soli quaranta minuti. Ricordo che Renzi aveva lasciato ai suoi libertà di coscienza. Con la fiducia la libertà se le è presa, spero che al momento del voto ciascuno difenda la coscienza“.

“Penso che stia emergendo un po’ da tutte le parti – ha sottolineato Nunzio Galatino, il segretario della Conferenza Episcopale italiana – una richiesta di maggior partecipazione, di maggior attenzione, di maggiore rispetto per tutti coloro che sono stati eletti”.

Monsignor Galatino prosegue: “Il governo ha le sue logiche, le sue esigenze, probabilmente avrà anche le sue ragioni – ha detto – ma il voto di fiducia, non solo per questo governo ma anche per quelli passati, spesso rappresenta una sconfitta per tutti“.