La lotta al terrorismo va combattuta su più fronti, compresi quelli meno in vista come i campi profughi. Per questo motivo l’Ue sta inviando agenti antiterrorismo nei campi profughi “in vari punti caldi di Grecia e Italia” con l’obiettivo di identificare combattenti jihadisti.
Lo ha detto il colonnello Manuel Navarrete, direttore del Centro europeo contro il Terrorismo. Le autorità dei due Paesi saranno coadiuvate dall’Europol “a identificare i possibili terroristi, che sfruttando il flusso migratorio possono nascondersi tra di loro ed entrare in Europa”.
Saranno i “guest officers, ufficiali dei vari Paesi membri addestrati per un certo periodo da Europol per svolgere questo preciso ruolo”, ad aiutare le autorità greche e italiane. Per Navarrete, colonnello della Guardia Civil e veterano della lotta contro l’Eta e il terrorismo separatista basco, la lotta si può vincere.
“È fondamentale – spiega Navarrete – smantellare le reti di immigrazione illegale, che possono, a qualsiasi prezzo, far entrare i terroristi. Lottando contro le reti di immigrazione irregolare partecipiamo alla guerra contro il traffico di essere umani e tocchiamo anche il tema della sicurezza, così importante per tutti”.
“Tutti i paesi hanno adattato i propri sistemi a questo tipo di minaccia, più letale, più imprevedibile. E adesso più che mai c’è la consapevolezza che occorre condividere le informazioni e non soltanto scambiarle“, conclude Navarrete che punta quindi sulla necessità di anticipare tutti.