Londra è la prima capitale europea con un sindaco musulmano. E’ infatti Sadiq Khan a succedere all’eccentrico Boris Johnson, che ha guidato la città per otto anni, ha vissuto da primo cittadino i giochi Olimpici del 2012 e lanciato il servizio pubblico di noleggio bici, noto come il ‘Boris Bikes’, finanziato con l’ennesimo rincaro delle tariffe dei trasporti.
Questo il risultato delle urne dopo un’aspra competizione tra il neo sindaco laburista e lo sconfitto Zac Goldsmith, ebreo, figlio del tycoon della finanza James.
Khan, 45 anni, proviene da una famiglia di immigrati pakistani. Nato a Londra, si laurea in legge all’Università di Londra – Nord e diventa avvocato, specializzato nella difesa dei diritti umani. Laburista, inizia la politica attiva nel 1994, quando diventa consigliere nel distretto londinese di Wandsworth. Nel 2008 diventa Ministro per le Comunità Locali nel governo guidato da Gordon Brown; successivamente è diventato Ministro dei Trasporti. Durante il governo Cameron, ha occupato varie posizioni nel governo ombra dei Laburisti di Milliband; nel settembre 2015 è selezionato come candidato laburista per le elezioni comunali di Londra ed inizia così la corsa alla conquista della carica di sindaco.
I toni della campagna elettorale sono stati accesi, talvolta ai limiti della rissa, ed hanno lasciato poco spazio alla discussione pacata su programmi e proposte concrete. Goldsmith, dato per perdente lungo tutto il corso della campagna, ha tentato di legare il nome dell’avversario all’estremismo islamico ricevendo un appoggio dallo stesso Cameron. “Roba da disperati”, è stato il commento di Khan. Il neo-sindaco ha rimarcato le proprie posizioni moderate prendendo le distanze, peraltro, anche da dichiarazioni di tono antisemita di alcuni colleghi di partito, dall’ex sindaco Ken “il rosso” Livingstone al fratello del leader laburista Jeremy Corbyn.
Alcuni temi, particolarmente sentiti dai londinesi, sono comunque emersi nel dibattito tra i candidati: il costo astronomico delle case ed una rete di trasporti pubblici ritenuta troppo cara, seppure tra le più capillari al mondo. Su questi temi, Khan è stato più convincente, forte della sua passata esperienza politica e della vicinanza ai temi ambientali. Ecco alcune delle proposte del suo ‘Manifesto’ elettorale: costruire almeno 50.000 nuovi alloggi all’anno, più del doppio di Boris Johnson; rendere la ‘Transport for London’ più efficiente per congelare il costo dei biglietti di bus e metropolitana; garantire una presenza più capillare della Polizia Urbana, per contrastare la criminalità e l’estremismo; sostenere l’adozione di mezzi meno inquinanti nel trasporto pubblico e privato e creare delle zone di rispetto a basso livello di traffico attorno alle scuole.
A queste proposte, i londinesi hanno risposto positivamente e con spirito pratico: non conta tanto la fede religiosa o il credo politico, in questa megalopoli ove convivono tante etnie; conta la capacità di fare quanto si promette. E questo la gente si aspetta da Khan.
Il successo di Khan è di importanza vitale per Corbyn, al suo primo test elettorale come leader del partito laburista. Infatti, la conquista di Londra è l’unico successo per i laburisti, per quanto di grande significato, in una tornata elettorale ove si votava anche in Scozia, Galles e Irlanda del Nord. In Scozia, un tempo un feudo si salda fede laburista, il partito si è piazzato ad un umiliante terzo posto, con il partito nazionalista vicino alla maggioranza assoluta del Parlamento ed un clamoroso sorpasso da parte dei Tories. In Galles, i laburisti di Carwyn Jones hanno perso la maggioranza assoluta, e dovranno allearsi coi nazionalisti di Plaid Cimru per continuare a governare.