Marcel Kittel vince la terza tappa del Giro 2016, rifilando allo sprint un distacco abissale (circa 4 biciclette) ai suoi avversari (Viviani secondo, terzo Nizzolo, quarto Greipel) ed è la nuova maglia rosa in virtù degli abbuoni (per la prima volta in carriera).
L’ultima tappa nei Paesi Bassi (prima del rientro in Italia) è stata una sostanziale inversione della tappa di ieri: si parte da Nijmegen e si arriva ad Arnhem dopo 190 km (nel finale un circuito cittadino di 14 km da ripetere 2 volte).
Nella prima fasi di gara da segnalare il ritiro di Jean Christophe Peraud, caduto a 105 km dal traguardo durante l’attraversamento di una rotonda (a lungo sanguinante in volto e con sospetta frattura della spalla).
I fuggitivi di giornata (vantaggio massimo 5 minuti e mezzo) sono il sudafricano Van Zyl, lo spagnolo Amezqueta e due fuggitivi di ieri, Tjallingii e Berlato che hanno instaurato un duello per i punti dei gran premi della montagna, sia ieri sia oggi (vinto da Tjallingii).
A 70 km si alza il vento laterale e in testa al gruppo si alza il ritmo: il plotone si allunga, si aprono i primi ventagli e il gruppo inizia a frazionarsi, ma i big della classifica rimangono nelle posizioni di vertice e una decina di chilometri dopo il gruppo torna compatto.
A 10 km dall’arrivo, però, la fuga non è stata ancora ripresa, con Van Zyl ultimo corridore ad arrendersi e ripreso solo a 1,5 km dall’arrivo; il gruppo aumenta ancora l’andatura, trainato dalle squadre dei velocisti (con annesse cadute: una di queste ha provocato il ritardo di quasi 8 minuti di Primoz Roglic, che era a pari tempo con Dumoulin, precedente leader della corsa).