È denominata ‘spiagge libere’ l’operazione della polizia tra i comuni di Cefalù, Palermo e Collesano e che ha portato a quattro arresti.
Ai domiciliari il dirigente dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, già responsabile del settore Demanio Marittimo di Palermo e Provincia, l’architetto Antonino Di Franco ed un noto imprenditore cefaludese del settore turistico alberghiero, Giovanni Cimino.
Divieto di dimora nella provincia di Palermo e nel comune di Cefalù al funzionario istruttore dello stesso Assessorato che curava ed istruiva tutte le pratiche riguardanti lidi e stabilimenti balneari del litorale cefaludese, Salvatore Labruzzo, ed al presidente dell’ “Associazione Operatori Balneari di Cefalù”, nonché braccio destro di Cimino, Bartolomeo Vitale.
Sono accusati di corruzione propria aggravata: avrebbero consolidato un sistema corruttivo all’interno degli uffici del Demanio Marittimo dell’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente, grazie al quale sarebbe stato assicurato a Cimino il controllo e la gestione imprenditoriale, in regime quasi monopolistico in cambio di favori e prebende.
L’imprenditore avrebbe assunto il figlio dell’ex capo del Demanio marittimo, come bagnino, e il figlio del funzionario regionale che si occupava di predisporre le pratiche per i lidi.
Un’indagine, quella del Commissariato di Cefalù, durata oltre un anno, che grazie a intercettazioni, pedinamenti ed acquisizioni documentali della sezione Investigativa del Commissariato di Cefalù ha svelato un sistema di corruzione ben consolidato.
L’indagine è partita dalle denunce di un operatore balneare che per ottenere la concessione, come molti, attendeva, anche invano, diversi mesi.
Nell’aprile dell’anno scorso, era scattato, per presunti abusi, un sequestro per il più grande lido di Cimino, il ‘Poseidon’. Ai tempi, sempre secondo le indagini, l’allora capo del Demanio marittimo si era subito attivato per far riaprire il lido dei Cimino. Il ‘Poseidon’ resta sotto sequestro.
Sull’operazione di oggi è intervenuto l’assessore regionale al Territorio, Maurizio Croce che ha dichiarato di “non essere affatto sorpreso. Da settembre scorso avevamo dubbi sulle procedure amministrative che venivano seguite per le concessioni a Cefalù e già da allora si pensava a una rotazione dei dirigenti che è stata ritardata. Ma dal 1 gennaio quel funzionario non era più preposto alle concessioni demaniali della provincia di Palermo”.
“Il prossimo passo – ha dichiarato l’assessore – sarà passare al vaglio tutte le concessioni demaniali con particolare attenzione proprio a Cefalù che è il territorio dove si concentra la maggior parte dei problemi. Se ci sono gli estremi procederemo alla revoca delle stesse concessioni e a un nuovo affidamento. Non potevamo farlo prima perché avremmo messo in allarme i soggetti in questione incidendo sull’efficacia delle indagini in corso. Insomma abbiamo voluto che non pensassero di essere sospettati o che qualcuno si fosse accorto di qualcosa. Comunque con la finanziaria approvata abbiamo imposto che le nuove concessioni vengano affidate con bandi pubblici. Questo credo che sia l’unico sistema per evitare quanto successo a Cefalù”.
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In Puglia la situazione è ben peggiore,qui si recintano le spiagge con muri di cemento armato,ma tutti fanno finta di niente e nessuno muove un dito:https://www.facebook.com/media/set/?set=a.939560056152189.1073741866.338219719619562&type=3