Nuovi particolari emergono sul caso Regeni. Due testimoni anonimi avrebbero confermato all’Associated Press che il presunto ‘scontro a fuoco’ in cui furono uccisi al Cairo i rapinatori, presso cui sono stati rinvenuti documenti d’identità di Giulio Regeni, sarebbe stata un’esecuzione ‘a sangue freddo’ da parte delle forze dell’ordine.
I testimoni avrebbero precisato che i 5 uomini uccisi, intorno alle sei del mattino, non erano armati e che sette veicoli della polizia accerchiarono il minibus su cui viaggiavano e iniziarono a sparare.
L’accusa di aver ucciso a freddo i componenti della banda era già stata mossa in varie interviste da Rasha Tarek, la figlia del cosiddetto ‘capo’. Il ministero dell’Interno ai tempi aveva parlato di uno ‘scontro a fuoco’ in cui però le forze dell’ordine avevano lamentato solo danni a proprie vetture.