Nuovi particolari emergono in merito allo scandalo in Campania e sono legate ad un’intercettazione telefonica del 1° marzo 2015 tra Biagio Di Muro, all’epoca sindaco del centro campano, e Stefano Graziano. Il finanziamento per l’appalto per il restauro di Palazzo Teti Maffuccini, a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), “è questione di vita o di morte”.
Il presidente del Pd Campania è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa nell’inchiesta coordinata dalla Dda di Napoli.
Di Muro, sempre nell’intercettazione, invita Graziano a rivolgersi al viceministro Filippo Bubbico (estraneo a ogni ipotesi di reato) per evitare il blocco dei finanziamenti all’opera. Al telefono i due fanno riferimento alla necessità di spostare a un altro capitolo la posta di bilancio da tre milioni di euro per la ristrutturazione del palazzo, che in quanto bene confiscato è di competenza del ministero dell’Interno.
Di particolare importanza è per gli inquirenti una telefonata del 23 febbraio 2015 tra Di Muro e Stefano Graziano, all’epoca candidato al consiglio regionale, durante la quale l’ex sindaco informa l’esponente politico “che sono riusciti finalmente a ottenere che la vicenda venga affrontata in commissione, ma che per il buon esito occorre che lui intervenga in modo mirato”.