Pino Maniaci, giornalista e direttore di Telejato, l’emittente televisiva di Partinico da sempre impegnata nella lotta alla mafia, sarebbe finito sotto inchiesta per il reato di estorsione.
Maniaci, secondo quanto riporta il quotidiano La Repubblica, sarebbe finito nel mirino della procura di Palermo perché avrebbe chiesto e ottenuto posti di lavoro da parte di alcuni sindaci del Palermitano in cambio di una linea editoriale più “morbida” nei loro confronti.
Il giornalista sarebbe stato più volte ascoltato e intercettato dai carabinieri nell’ambito di altre indagini: in particolare sarebbero oggetto di indagine gli scambi telefonici avuti con i sindaci di Partinico e Borgetto. Secondo la procura, Maniaci, da loro avrebbe anche ottenuto finanziamenti sotto forma di pubblicità per la sua emittente televisiva.
Gli inquirenti avrebbero anche espresso qualche dubbio in relazione a uno degli ultimi atti intimidatori che Pino Maniaci avrebbe subito nel dicembre del 2014, quando due suoi cani furono avvelenati e impiccati.
Accuse molto pesanti nel confronti del giornalista che negli anni ha compiuto molte battaglie personali contro la criminalità organizzata, occupandosi di numerosi inchieste, l’ultima in ordine di tempo quella contro la mala gestione dei beni confiscati in cui sono coinvolti l’ex presidente delle misure di prevenzione del Tribunale di Palermo Silvana Saguto (sospesa dalle funzioni e dallo stipendio dal Csm), altri tre magistrati e l’amministratore giudiziario, Gaetano Cappellano Seminara, tutti indagati per vari reati e costretti alle dimissioni.
“La vendetta della Procura è arrivata. Non mi è arrivato alcun avviso di garanzia e sono certo che tutto ciò non porterà ad alcun rinvio a giudizio. Ma intanto mi hanno infangato”, ha subito commentato Maniaci a PalermoToday, definendo assurda questa vicenda.
L’emittente Telejato, nella propria pagina Facebook, ha poi postato un commento alla notizia nel quale si auspica fra l’altro “che debba essere fatta chiarezza e debbano essere svolte tutte le indagini al fine di accertare il vero accadimento dei fatti, riponendo la massima fiducia negli organi inquirenti” e ci si augura “che al più presto le conversazioni richiamate sommariamente dall’articolo vengano pubblicate interamente atteso che nulla dalle stesse abbiamo da temere e che a Pino sia data la possibilità di essere sentito nel più breve tempo possibile dagli organi inquirenti visto che prima di tale articolo giornalistico nulla ci era stato comunicato”.