Un sequestro di beni dal valore di circa 215 milioni di euro è stato eseguito tra Calabria e Campania dai finanzieri di Reggio Calabria nei confronti di un imprenditore ritenuto contiguo alla cosca dei Piromalli di Gioia Tauro.
Dalle indagini sarebbe emersa l’esistenza di un indissolubile rapporto di sinergia economico-criminale tra l’imprenditore e la cosca. Sequestrati sei imprese, 85 unità immobiliari, 42 rapporti finanziari e denaro contante.
C’è anche il più grande parco commerciale della Calabria tra i beni sequestrati. Si tratta del Parco “Annunziata” dell’imprenditore Alfonso Annunziata, di origini campane ma trasferitosi a Gioia Tauro alla fine degli anni ’80. Il centro era già stato sequestrato nel marzo dello scorso anno nell’operazione “Bucefalo”.
Il processo che vede imputato Annunziata si sta celebrando davanti ai giudici del Tribunale di Palmi. Secondo quanto aveva scritto il gip di Reggio Calabria nell’ordinanza di custodia cautelare, Annunziata “non è un imprenditore vittima, non è stato e non è costretto a favorire la cosca Piromalli“.
“Al contrario, è un soggetto storicamente legato ai componenti di vertice della famiglia ed è, dunque, un soggetto intraneo che si presta da oltre 20 anni volontariamente e consapevolmente al perseguimento degli scopi imprenditoriali ed economici della cosca”.
Per il gip, Annunziata è da ritenere partecipe della cosca Piromalli, rappresentandone il “cuore imprenditoriale”. L’esistenza di un indissolubile rapporto di cointeressenza economico-criminale tra Annunziata ed i Piromalli, avrebbe trovato riscontro nelle dichiarazioni di “pentiti” e nelle indagini.