Il bilancio delle vittime dei terremoti che negli ultimi due giorni hanno colpito il Sud del Giappone continua ad aggravarsi di ora in ora. Al momento i morti sono almeno 41, mentre il numero dei feriti è di circa 1.500 con molte persone ancora intrappolate sotto le macerie.
Secondo l’ufficiale della prefettura di Kumamoto, Tomoyuki Tanaka, il terremoto di magnitudo 7,3 registrato la notte scorsa nella regione di Kumamoto – sull’isola sudoccidentale di Kyushu – ha provocato la morte di 19 persone.
A queste vittime si aggiungono i 10 morti del sisma di magnitudo 6,5 che aveva colpito il Kyushu giovedì sera. Secondo il Segretario della presidenza del Consiglio, Yoshihide Suga, i feriti sono 1.500, di cui 80 versano in gravi condizioni, mentre circa 70.000 persone hanno lasciato le proprie case.
Anche stamani sono continuate le scosse, l‘ultima di magnitudo 5,4. Si sono registrati nuovi crolli di case e le strade sono inagibili, mentre secondo le segnalazioni della polizia locale diverse costruzioni sono crollate, e almeno 200 mila abitazioni hanno subito l’interruzione della corrente.
Ci sono state 97 segnalazioni di persone rimaste intrappolate sotto le macerie, inclusi studenti del campus universitario dell’Università Tokai, nella prefettura di Kumamoto. Una estesa frana ha interessato la principale arteria autostradale a Minamiaso, e un ponte che collega il villaggio di Aso è crollato.
Nel frattempo una breve eruzione del monte Aso, il vulcano più attivo in Giappone, è avvenuta alle 8,30 del mattino con nuvole di fumo alte fino a 100 metri. L’Agenzia Meteorologica Nazionale ha alzato il livello di allerta a 2 su una scala massima di 5.