Tassare le sigarette per la ricerca contro il cancro. Per il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, l’idea di Federanziani, è un’ottima strada da battere per sconfiggere il cancro: “È una possibilità da prendere in considerazione”.

“Ma si tratta di un argomento che va condiviso e comunicato con efficacia altrimenti rischia di essere rifiutato e visto solo come una nuova tassa”. ha aggiunto il ministro. Nel caso in cui andasse in porto la proposta, si potrebbero recuperare fondi per 720 milioni di euro.

Nel Convegno organizzato a Roma da Federanziani si è presa in analisi l’istituzione di un fondo “ad hoc” alimentato con una tassa di un centesimo a sigaretta per contribuire al rimborso da parte delle regioni dei farmaci oncologici a forte carattere innovativo.

“L`innovazione in oncologia ha permesso però di fornire le prime risposte – spiega Federanziani – negli ultimi anni le guarigioni sono aumentate del 18% (uomini) e del 10% (donne) – e la ricerca scientifica ha reso disponibili armi sempre più efficaci come l’immuno-oncologia e le terapie target personalizzate, che potrebbero consentire di cronicizzare diverse malattie neoplastiche anche molto aggressive e in fase avanzata”.

Ma per Federanziani “questi primi risultati rischiano di essere effimeri senza un impegno concreto nel finanziare l`acquisto dei nuovi farmaci innovativi”. “La nostra proposta è chiara: un centesimo in più per ogni sigaretta venduta. D’altronde i numeri sono impressionanti: 10.900.000 sono i fumatori in Italia oggi; 140.000 le sigarette fumate ogni 24 ore; 41.000 i nuovi casi di tumore al polmone nel 2015 ma soprattutto si deve ricordare che lo Stato ricava circa 11 miliardi di euro dalle accise del tabacco e impiega queste risorse in vario modo tranne quello che curarne gli effetti quando ne basterebbe una piccolissima parte, anche solo il 5%, per garantire pieno accesso a tutti i malati ai tanti farmaci in arrivo sul mercato”.