Tra obiettori di coscienza e strutture fatiscenti, in Italia l’aborto è sempre più difficile. L’allarme lo ha lanciato il Consiglio d’Europa, secondo cui le donne nel nostro Paese continuano a incontrare “notevoli difficoltà” nell’accesso ai servizi d’interruzione di gravidanza, nonostante quanto previsto dalla Legge 194.
Ci sarebbe quindi una violazione del diritto alla salute delle donne. Per l’organizzazione europea, che accoglie un ricorso della Cgil, l’Italia discrimina medici e personale medico che non hanno optato per l’obiezione di coscienza. Questi sanitari sono spesso vittime di “diversi tipi di svantaggi diretti e indiretti”.
L’interruzione volontaria della gravidanza è consentita in Italia dalla legge 194, ma non è sempre garantita. Gli obiettori di coscienza sono in media circa il 70% del totale, con picchi che superano il 90% in alcune regioni.