Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha deciso di richiamare l’ambasciatore italiano di stanza al Cairo, Maurizio Massari.
“Necessaria una valutazione urgente delle iniziative più opportune per rilanciare l’impegno volto ad accertare la verità sul barbaro omicidio“, ha commentato la Farnesina.
La decisione segue l’esito fallimentare del vertice tra Italia ed Egitto sul caso Regeni. Le autorità egiziane non avrebbero fornito i tabulati telefonici di egiziani presenti al Cairo nel gennaio scorso e nemmeno i filmati delle telecamere della zona dove viveva il giovane ricercatore assassinato.
Dagli ambienti giudiziari, filtra una forte delusione per l’andamento di questi incontri che segna una sostanziale interruzione della collaborazione investigativa tra i due paesi.
Chiaro e diretto il commento di Matteo Renzi: “L’Italia ha preso un impegno con la famiglia Regeni, con la memoria di Giulio Regeni, ma anche con la dignità di ciascuno di noi nel dire che non ci saremmo fermati se non davanti alla verità. Il procuratore di Roma, dottor Pignatone e i suoi collaboratori si sono espressi considerando deludenti i colloqui con le autorità egiziane e quindi è arrivato il richiamo in Patria per consultazioni dell’ambasciatore. Ci fermeremo solo davanti alla verità quella vera“.
Rientrando al Cairo nella notte, i componenti della delegazione di magistrati e responsabili della sicurezza egiziani che hanno partecipato alle riunioni a Roma sul caso di Giulio Regeni hanno “rifiutato di rilasciare qualsiasi dichiarazione sulla missione”. Lo riferiscono fonti aeroportuali al Cairo.