Il ruolo di Sinisa Mihajlovic come allenatore del Milan è stato spesso messo in discussione a causa del rendimento discontinuo della squadra. I rossoneri si trovano al momento in ritiro per ritrovare la serenità dopo la sconfitta in casa dell’Atalanta e concentrarsi sull’importante sfida contro la Juventus di sabato sera.
Il capitano del Milan, Riccardo Montolivo, ha voluto fare il portavoce del gruppo che ha preso una posizione ben precisa. Ecco quanto ha dichiarato a Sky Sport: “La squadra è ed è sempre stata con Mihajlovic. Lo conosco bene, meglio di altri, è un allenatore che sotto pressione dà il meglio di sé e tutti insieme cercheremo di uscire da questo momento non facile. Sabato ci attende una sfida complicata ma si vedrà in campo una squadra diversa”.
A Milanello, la squadra di Mihajlovic sta cercando di reagire a questo periodo complicato, anche se il centrocampista rossonero non crede nell’utilità del ritiro: “E’ un momento delicato, veniamo da 4 partite in cui abbiamo fatto solo due punti e non possiamo che essere insoddisfatti. Non è accettabile fare così poco, non credo che la soluzione di tutto sia il ritiro ma in questo momento credo che serva per avere un senso di responsabilità maggiore, fare un esame di coscienza individuale e capire che così non possiamo andare avanti”.
Ritornando alla questione sul futuro di Mihajlovic, Montolivo spera nella permanenza del tecnico serbo: “Ci siamo ormai abituati, sono 3-4 anni che queste indiscrezioni sono continue. Sappiamo che le regole sono queste, quando i risultati non arrivano si fanno tanti nomi ma sappiamo che la società e la squadra hanno piena fiducia in Mihajlovic e mi auguro di continuare l’anno prossimo con lui”.
Sabato sera i rossoneri ripartiranno da zero, ma cosa serve a questa squadra per dimostrare quanto vale? “Dobbiamo lavorare per risolvere i nostri problemi tecnici e mentali, perché quest’anno i nostri limiti si sono manifestati dal punto di vista mentale. Per la ricostruzione di un Milan vincente non sono però io l’uomo adatto a rispondere a questa domanda”.