Khalifa Ghwell, il “leader ribelle” di Tripoli, ha annunciato le proprie dimissioni. Con lui si dimette l’intero esecutivo del Congresso, restato ufficialmente in carica fino alla serata di ieri.
Secondo i media sono circa una settantina i deputati che avrebbero già dichiarato il proprio sostegno per la formazione di un nuovo governo di unità nazionale, guidato dal Presidente del consiglio incaricato Fayez Sarraj.
Lo scioglimento del Gnc e il conseguente incontro, presieduto dal vicepresidente del congresso Saleh Makhzoum, per la formazione del nuovo governo, ha causato divisioni tra i deputati a favore e quelli contrari ai nuovi scenari che hanno definito l’incontro “illegale”.
La notizia delle dimissioni dell'”esecutivo ribelle” è giunta nella notte di ieri, in seguito ad un comunicato che ha annunciato la volontà del governo di “cessare le proprie funzioni esecutive, ministeriali e presidenziali per mettere fine allo spargimento di sangue e alla divisione del paese”.
Il nuovo governo Sarraj può già contare sul supporto delle Nazione Unite e dei rappresentanti dei principali stati europei. “Sulla Libia c’è stato un passo in avanti vero, il governo Sarraj è un promettentissimo inizio ma ci andiamo con i piedi di piombo. Speriamo che lavorino nel mondo più inclusivo possibile” ha dichiarato il Presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi.
Intanto si pensa già alla riapertura delle ambasciate internazionali in territorio libico. L’Italia vuole farlo il prima possibile, per mostrare i frutti del lavoro diplomatico svolto sin qui, mentre la Tunisia ha già annunciato il ripristino della sua sede. La Francia, invece, ha promesso il ripristino delle ambasciate “nel minor tempo possibile”.
Anche il premier egiziano Abdel Fattah Sisi si schiera in favore del nuovo esecutivo, chiedendo di trovare una visione congiunta della comunità internazionale e sottolineando l’imperatività di un appoggio alla formazione del governo di intesa nazionale e dell’esercito libico per creare sicurezza e ordine.
I lavori di Sarraj proseguono a ritmo serrato. Già incassato infatti il consenso delle principali municipalità libiche dell’ovest, quello della compagnia di Stato per il petrolio (Noc) e della Banca centrale. Sarraj può contare su un nuovo consenso popolare, dimostrato da diverse manifestazioni di cittadini sul territorio nazionale.