Che la corruzione nella sanità in Italia produca effetti disastrosi è cosa nota. Ma i dati diffusi dall’indagine di Transparency International Italia, Censis, Ispe-Sanità e Rissc restano comunque sorprendenti in negativo. Il costo della corruzione per le cure e l’innovazione ammonterebbe infatti a 6 miliardi l’anno.
In un’azienda sanitaria su tre negli ultimi 5 anni, inoltre, si sono verificati episodi di corruzione “non affrontati in maniera appropriata”. Ad affermarlo sono gli stessi dirigenti di 151 strutture sanitarie che hanno partecipato all’indagine sulla percezione della corruzione.
Il presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione, Raffaele Cantone, non usa giri di parole: “La sanità, per l’enorme giro di affari che ha intorno e per il fatto che anche in tempi di crisi è un settore che non può essere sottovalutato, è il terreno di scorribanda da parte di delinquenti di ogni risma“.
“La nostra Sanità assicura standard elevatissimi, ma va considerato che la corruzione abbassa anche il livello dei servizi“. E sui numeri Cantone aggiunge: “Sarei molto cauto, ma credo che vi sia un problema molto significativo sia di sprechi sia di fatti corruttivi”.
Per questo, ha aggiunto, “siamo intervenuti mettendo in campo un nuovo piano anti corruzione concordato anche con i tecnici del ministero della Salute. La corruzione si è trasformata e la mazzetta tradizionale è rimasta quasi solo un ricordo. La sanità si conferma ai primi posti per rischi corruttivi”.